LA TRACHEOBRONCHITE INFETTIVA
Detta anche “tosse dei canili” è una malattia stagionale, molto diffusa soprattutto nelle comunità rappresentate da allevamenti, canili e centri di addestramento; in quelle situazioni, in sostanza, in cui si sommano tutti i possibili fattori predisponenti:
• concentrazione dei soggetti,
• situazioni di stress e impegno fisico,
• immunodepressione,
• clima freddo o caldo-umido con escursioni termiche.
È causata da agenti diversi sia virali, come: l’ Adenovirus canino (CAV2), il virus Parainfluenzale (PI), l’Herpesvirus canino (HCV), il Coronavirus respiratorio canino, che batterici, la Bordetella Bronchiseptica è principale elemento causale a cui possono però associarsi i normali batteri presenti nell’albero respiratorio (E.coli, Klebsiella, Pseudomonas, Streptococco).
La caratteristica principale e più importante di questi agenti infettivi è la facilità con cui si trasmettono da soggetto a soggetto, per contatto diretto con secrezioni emesse dagli animali ammalati, determinando in poco tempo la diffusione della malattia a tutti i cani presenti in allevamento.
Il modo di presentarsi di questa forma infettiva dal punto di vista clinico è una tosse grave, più o meno produttiva, che colpisce solo la specie canina, spesso esacerbata dallo sforzo fisico, dall’eccitazione o dalla pressione seppur lieve esercitata dal collare sulla trachea. Non sono presenti, solitamente, alterazioni dello stato generale di salute; c’è assenza di ipertermia, l’appetito e lo stato del sensorio permangono inalterati, a meno che, ovviamente, non insorgano complicanze secondarie: in tal caso la TBI può evolvere con coinvolgimento polmonare o sistemico e la presenza di febbre anche con picchi elevati. Solitamente detto evento riguarda cuccioli molto piccoli, soggetti immuno-depressi o cani con pregresse patologie respiratorie. Il decorso tipico della malattia è di circa 10-12 giorni; e nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente col tempo, mentre le forme complicate con broncopolmoniti, anche serie e fortemente debilitanti, possono essere fatali.
La diagnosi, oltre che fondarsi sull’anamnesi, si completa con l’esame obiettivo generale e particolare dell’apparato respiratorio, segno abbastanza patognomonico è la “facilità” con cui si riesce ad evocare la tosse, anche solo con una lieve pressione sulla trachea. Ulteriori indagini sono del tutto superflue; esami ematologici, esami batteriologici sul liquido di lavaggio tracheobronchiale, radiografie del torace ed altro si fanno necessarie soltanto al verificarsi di complicazioni secondarie.
Alla luce di quanto detto i provvedimenti da intraprendere saranno, in genere, limitati a minimizzare il sintomo “tosse” per evitare il perpetuarsi dell’irritazione delle vie respiratorie. È consigliabile limitare lo sforzo fisico, l’eccitazione dell’animale e l’utilizzo del collare; naturalmente è possibile ricorrere a farmaci antitussigeni solo a condizione che la tosse non sia produttiva (destrometorfano, idrocodone bitartrato, butorfanolo). Teoricamente gli antibiotici, ( doxiciclina, amoxicillina, amoxicillina associata ad acido clavulanico) pur non svolgendo attività terapeutica dato che non riescono a raggiungere le concentrazioni efficaci per eliminare i batteri a livello delle mucose, possono comunque essere utili per prevenire le infezioni secondarie.
Dal nostro punto di vista, molto più importante è un buona prevenzione, questa è imperniata su due linee di intervento: la profilassi diretta e quella indiretta.
La profilassi diretta si basa su una rigorosa quarantena dei soggetti di nuova introduzione nella comunità (canili, allevamenti), sulla corretta alimentazione e sulla regolare somministrazione di antielmintici per evitare ulteriori fattori di stress e garantire una migliore e più rapida risposta all’insulto patogeno.
La profilassi indiretta consiste nell’immunizzazione vaccinale dei soggetti in allevamento. Esistono due tipi di vaccini, il primo inoculabile per via parenterale e il secondo somministrabile per via endonasale; entrambi offrono una buona protezione, il grosso vantaggio dell’endonasale è dato dalla maggior rapidità d’azione stimolando, infatti, la produzione di anticorpi già in 72 ore, questi poi persisteranno per 56 settimane. Una vaccinazione l’anno prima dei periodi di riproduzione e 7 giorni prima dell’eventuale contatto con gruppi numerosi di cani. La vaccinazione, in ogni caso, è raccomandabile nei soggetti neonati, prima di introdurre nuovi cani in allevamento, prima di partecipare a mostre e fiere, prima dei viaggi ed in gravidanza.
Concludendo, la TBI è una malattia a decorso breve, generalmente benigno, ma con la caratteristica di far ammalare in breve tutti i cani di un gruppo e quelli che vengono a contatto con quel gruppo. Una volta che è stata contratta occorre bonificare le strutture, disinfettare le ciotole, gli abbeveratoi, i recinti, curare l’igiene del personale addetto ai cani ed evitare il contatto “muso a muso” tra gli stessi. Raccomandabile è isolare precocemente i soggetti con sintomi clinici e garantire un adeguato ricambio dei aria e controllo dell’umidità nel canile.
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